lunedì 14 febbraio 2011

Waka waka (this time for Germany)

Si sta quasi per concludere la mia prima settimana berlinese. Già, non ho più scritto niente ma sono arrivato, non senza complicazioni...
Il viaggio è durato più del previsto e quasi quasi ha rischiato di saltare, non a causa mia ma a causa di un autobus perso non si sa dove. Dunque, così si sarebbe dovuto procedere: ore 15.05, partenza dallo spiazzo antistante la stazione di Milano Rogoredo, soste a Bergamo e a Brescia prima di arrivare a Verona e cambiare vettore, con soste a Trento, Bolzano, Monaco, Norimberga e arrivo a Berlino verso le 7.30. Questo sulla carta. Nella realtà le cose non han funzionato proprio bene bene... l'arrivo mio a Rogoredo è stato piuttosto puntuale, alle 14.50 già stavo lì (e ci sarei arrivato pure prima se non avessi perso il biglietto per il viaggio... pezzo di carta di non trascurabile importanza che era finito non si sa come esattamente sul fondo della valigia), alle 15 si è presentato un pullman della Eurolines che però non era il mio, in quanto se ne andava verso Firenze. Ok, doveva essere lì alle 14.50 quindi perché aspettarsi che il mio fosse in anticipo? Quindi ricominciava l'attesa. Nel frattempo, giusto per essere sicuro di trovarmi nel posto giusto (il piazzale antistante la stazione è solo quello, ma non si sa mai), mi preoccupavo di chiedere a un signore bagagliodotato se stesse aspettando pure lui il bus per Verona. Sì. Bene.
Il minutaggio del ritardo, al contrario della mia pazienza, aumentava e dell'autobus nessuna traccia. In compenso arrivavano due giovani figuri che chiedevano informazioni su un mezzo che sarebbe dovuto andare a Verona. Ok, adesso eravamo in quattro. Non pretendevamo di cambiare il mondo, ma che arrivasse il pullman sì. Il sole stava alto in cielo ma ciononostante un'ombra calava sul mio volto... 15.40, forse era il caso di cercare di contattare qualcuno dell'agenzia. Così ho chiamato un numero trovato per caso e dopo aver parlato un paio di minuti col Walter, sono stato messo in attesa. Tsamina mina eh eh waka waka eh eh tsamina mina zangalewa this time for Africa... una, due, tre, quattro volte. Forse era un pregiudizio infondato... ma sentire Waka waka come musica d'attesa faceva scemare la mia idea di serietà di quell'agenzia. Comunque il gentil Walter dopo non proprio pochi minuti mi diceva di riagganciare che si sarebbe fatto sentire lui. Va bene... ma magari in tempi stretti eh, che Milano-Verona non è la tratta più lunga del mondo ma non la si fa neanche in dieci minuti. Alla fine insomma di 'sto vettore da Milano non se ne sapeva più nulla, forse inabissato nel naviglio pavese, forse in un semplice fosso. Comunque s'aveva da prendere il treno. Fatto. O almeno, fatto io e i due giovani figuri di prima: due brasiliani in vacanza. L'omino tedesco da quel momento sarebbe svanito nel nulla. E chi se ne frega, anche. Comunque fine della parte drammatica del viaggio: unica cosa c'era anche un morto a Desenzano quindi col treno si è arrivati in ritardo ma non di tanto e alle 19.15 si è partiti da Verona. Poi beh un pullman che fa Napoli-nord della Polonia non si può pretendere che arrivi a destinazione puntualissimo, quindi a Berlino ci sono arrivato con un paio d'ore di ritardo e ho perso metà della prima lezione. Ma siccome si partiva da zero, non mi sono perso nulla di irrecuperabile.
Il corso sta andando bene, anche se non riesco a farmi una ragione sul perché il maschile all'accusativo cambi forma e il neutro no, in generale non ho mai capito perché le lingue tendano ad evolversi complicando le cose ma mi adeguo, del resto ognuno di noi tende a complicarsi la vita prima o poi quindi la complicanza deve essere insita nei geni umani.
Poi oooooooh non ho più l'otite! O almeno così mi ha detto l'otorina che mi ha visitato descrivendomi ogni cosa che stava facendo e anche dei frangenti della sua vita (mi spiace che non sia riuscita a studiare con profitto francese, ad esempio). Questo significa che ora posso anche darmi liberamente all'alcol ma ormai sono diventato schiavo del latte alla vaniglia e non so se riuscirò a perdere questo vizio.
Ultima cosa: la casa. Sì, ho un tetto sopra la testa. Al momento non che faccia molta differenza tra lo stare per strada visto che tempo 24 ore che ero qui si è rotta la caldaia, ma si sta bene. Ho un mazzo di chiavi mio, oggi è tornata anche l'acqua calda, ho una lavatrice in casa e c'è pure una gatta nera che ogni tanto passa a fuseggiare. Tutto a posto.

domenica 6 febbraio 2011

Se partire è un po' come morire... allora non andare da nessuna parte che cos'è?

Giusto per completezza di informazioni: una settimana è ormai passata e mi trovo a... ansia che sale... a... a casa!
No, non mi sono scordato di svegliarmi stamattina. Ma l'otite non è ancora passata e poi mi son detto perché fare un viaggio in aereo che ci metto pochissimo quando posso passare una giornata in pullman? Ecco, l'altra novità è che quindi anche l'ipotesi (costosissima) treno è stata scartata. E la partenza è stata posticipata di un giorno: me ne vado domani pomeriggio e conto di arrivare a Berlino lunedì mattina. Ci conto anche perché a 'sto giro pare si vada via per fare un corso di lingua tedesca che inizia proprio lunedì alle 9.30, un paio d'ore dopo il mio approdo nella terra di Marlene Dietrich (ma anche di Franziska Van Almsick). Non sarebbe carino arrivare subito in ritardo...