giovedì 23 ottobre 2008

A112

Che quando dicevo che le macchinine in mano mia non se la passavano bene, non era tanto per dire: qui di seguito, una foto di un'altra automobilina ritrovata a casa di mia nonna...


Oltre alle due portiere, lo sguardo più attento potrà quasi notare l'assenza del sedile lato guidatore...

mercoledì 15 ottobre 2008

Car box

Siccome mia nonna abitava da sola, ora c'è da svuotarle la casa, dato che si è pensato che lasciarla come mausoleo diventa troppo dispendioso. Tra le molte cose ricordavo bene che parcheggiate in un armadio nella ex cameretta di mio papà c'erano tre automobiline con cui giocavo da bambino, quando ero accudito da lei le portavo pure in giro se si andava al parco o da qualche altra parte. Le ricordavo molto bene: una jeep  gialla con l'abitacolo amaranto della Tonka (con il marchio pure stampato sulle portiere), più plasticosa che metallica; una Porsche rossa da competizione (numero 75); una Mercedes bianca con tetto rosso, pure lei da competizione (numero 4). Quel che invece non ricordavo era un particolare: la Mercedes ha ancora lo stemmino al suo posto sul cofano! Cosa davvero sorprendente... perché non so come giocano normalmente i bambini con le macchinine, ma quel che era divertente per me era lanciarle una contro l'altra, in una sorta di arena... l'auto che si ribaltava era eliminata, l'altra passava al turno successivo. Ovviamente il torneo difettava di organizzazione, quindi macchine eliminate al primo turno tornavano in campo spesso. Il vincitore normalmente era quello che faceva ribaltare l'auto avversaria mentre mi chiamavano dalla cucina perché era pronto il pranzo o la cena. Le mie macchinine non potevano fidarsi di nessuno, era un tutti contro tutti... partecipavano anche le gru e i camion. La più competitiva, comunque, era un'Alfa Romeo rossa.

venerdì 10 ottobre 2008

Quasi non credevo ai miei occhi

Skaiste ha abitato con me per qualche mese, tra l'agosto e il dicembre del 2003, quando stavo a Lund. Poi io nella stessa casa ci sono rimasto altri sei mesi, lei è andata a vivere altrove per qualche tempo, poi se n'è tornata in Lituania. Con lei ho mantenuto il rapporto che mi sarebbe piaciuto tenere anche con altre persone che in quel periodo hanno vissuto a stretto contatto con me... ci sentiamo di tanto in tanto, non proprio assiduamente. A volte capita anche di scambiarsi quattro parole due o tre volte a settimana, altre volte invece non ci sentiamo anche per oltre un mese. Ma siamo in contatto e a grandi linee sappiamo cosa sta succedendo nelle nostre rispettive vite.
Domenica scorsa Skaiste mi ha chiesto con un certo entusiasmo se fossi in Italia, perché doveva venire dalle mie parti insieme ai suoi colleghi. E così, dopo quattro anni e mezzo abbondanti, ci siamo rivisti. A parlare, non pareva fosse passato così tanto tempo... sicuramente lei ha combinato molto più di me in questi anni, ma del resto anche in Svezia dedicava molto tempo allo studio (non faccio paragoni con me stesso perché non ci voleva granché per superarmi...) quindi non mi stupisce che ora sia coordinatrice di un'associazione culturale.

---Inizio intermezzo letterario---
Fuggire non era una questione di scegliere, ma di agire. E' un processo che avviene al di fuori di sé. Non lo si può governare. Prendiamo una mela, prendiamo il melo: quando la mela è matura cade dall'albero al primo soffio di vento. La colpa non esiste. La punizione un'assurdità. E' il processo stesso che lo determina. Il sole, la luna, l'albero, il ramo, la terra si riuniscono e decidono di far cadere la mela. 
###Fine intermezzo letterario###
Siamo andati a Verona. Avrei dovuto andarci domenica, per vedere una partita di pallavolo, poi non se n'è fatto nulla. Era da qualche anno che non vedevo il centro di Verona... non che abbia fatto 'sto grande giro, sono stato fuori tutto il giorno per vedere giusto due o tre cose. L'organizzazione del gruppo lituano non mi è parsa proprio eccezionale: arrivati alle 13.06 a Orio al Serio, sono arrivati a destinazione oltre le 18. E di fatto la mia visita alla città è durata un'oretta e mezza, giusto il tempo di vedere l'arena, la casa di Giulietta e Piazza delle Erbe. Ma quello era secondario, l'importante era rivedere Skaiste!

giovedì 2 ottobre 2008

Entrar dalla finestra

Da una parte mio papà: aveva il timore che a sua mamma succedesse qualcosa mentre era nella solitudine della sua casa, senza avere il tempo di chiamare aiuto. 
Dall'altra mia nonna: si augurava che la morte, quando sarebbe arrivata l'ora, la portasse via senza troppi indugi, con un solo colpo secco, in modo che non dovesse rinunciare alla propria autosufficienza e magari dover gravare sui propri figli.
Stamattina si è realizzato proprio quel che preoccupava uno e si augurava l'altra.