lunedì 7 ottobre 2013

Monetine e lollipop non saranno citati qui sotto.

Qualche tempo fa ero in cucina che mescolavo la ricotta con le noci e i pomodori e stavo pensando che dieci anni fa stavo in una cucina molto più a nord, senza ricotta e senza noci, perché al tempo non avevo la fissa di mettere la frutta secca nei sughi (anche se apprezzavo molto gli anacardi nel riso ai funghi del ristorante thailandese vicino a casa). Così, partendo da 'sta cosa, ho iniziato a pensare un po' di più a quel posto molto più a nord dove abitavo dieci anni fa: non solo alla cucina, alla sala, alla camera... ma anche alle strade, agli edifici e tutto quanto. E mi sono detto "perché non tornare dieci anni dopo e vedere com'è?". In realtà non è da dieci anni che non vado là, ci sono stato già altre volte: nel 2004 ci abitavo ancora, poi sono tornato nel 2005, nel 2006, nel 2007 e pure nel 2010. Comunque, finisce che ci torno anche nel 2013, perché siccome non ho trovato motivi abbastanza validi per non andarci (il più valido è che effettivamente è discretamente sbatti farsi il viaggio), ho comprato i biglietti aerei e ho prenotato l'ostello per un paio di notti (la terza la passo a sbarboneggiare in aeroporto). A proposito di ostello: là ce n'era uno veramente curioso, dentro un treno. Ho scoperto che non c'è più dall'ottobre dell'anno scorso. Non l'hanno semplicemente chiuso: il treno è partito, è rimasto solo il binario. Più morto del solito. Ho scoperto anche che non esiste più la squadra in cui giocavo a uollei lassù. Così è ufficiale: nonostante abbia messo fine alla mia scarsa carriera da pallavolista solo da un paio di anni, tutte le squadre in cui ho militato sono sparite. Puff!
Già nel 2010 invece avevo scoperto che la casa in cui vivevo aveva cambiato stile, non era più quel baraccone un po' (tanto) trasandato, dove si facevano feste a non finire perché manco al care-taker interessava che rimanesse in condizioni vagamente decenti. Non è più posto destinato agli studenti universitari. E le persone... tutti quelli che mi piacerebbe rivedere sono altrove. Non solo gli stranieri. Tutti erano lì solo per fare l'università, riconoscerò forse il bibliotecario (se non è andato in pensione), il tipo che continuava a tossire nella zona computer (se non è morto) e pochi altri.
Insomma, i presupposti per vedere un posto profondamente cambiato, dove non ci sia quasi più nulla di "mio", ci sono. Ma sarà sicuramente bello passare tre giorni con il passato, ci credo.