martedì 31 dicembre 2013

Vol. VII

Tutto può succedere in un attimo, ma pare che si sia arrivati indenni pure alla fine del 2013. Che significa essenzialmente che è giunto il momento di fare il cd dell'anno. Volume sette, per l'appunto. L'anno scorso si chiuse con la miseria di un solo concerto visto (e poteva andare anche peggio... concerto di Lo Stato Sociale allo ZAM il 30 dicembre, giusto dopo Trento-Macerata. Ci sono delle giornate che finiscono veramente bene), quest'anno è andato un po' meglio, del resto a Berlino ci sono vagonate di concerti interessanti quindi mi sembrava il minimo vedere Sólstafir, Long Distance Calling (che tra l'altro suonavano la stessa sera in cui c'era pure un concertino dei Cannibal Corpse) e Leech. Poi già che Amanda Palmer ha fatto la fatica di venire a Milano, io ho fatto lo sbatti di andare a sentirla. In un postaccio che si trova in un quartiere tristissimo ma meglio di niente.
Come sempre, scartate le canzoni lunghe più di 10 minuti altrimenti mi esce un cd con 5 tracce.


  1. Enzo Jannacci - Vivere
  2. Carontte - Forthcoming
  3. ManzOni - Scappi
  4. Aereogramme - Descending
  5. Iosonouncane - Torino pausa pranzo
  6. Edipo - I baristi stagionali
  7. Doomina - Beauty
  8. Pornophonique - Sad robot
  9. Verme - Va tutto malone
  10. Diary of Dreams - Traumtänzer
  11. Long Distance Calling - 359
  12. Amanda Palmer - Do it with a rockstar
  13. Leech - Turbolina
  14. New Order - Leave me alone
  15. Canned Heat - Going up the country
Durata: 79 minuti e 04 secondi

lunedì 7 ottobre 2013

Monetine e lollipop non saranno citati qui sotto.

Qualche tempo fa ero in cucina che mescolavo la ricotta con le noci e i pomodori e stavo pensando che dieci anni fa stavo in una cucina molto più a nord, senza ricotta e senza noci, perché al tempo non avevo la fissa di mettere la frutta secca nei sughi (anche se apprezzavo molto gli anacardi nel riso ai funghi del ristorante thailandese vicino a casa). Così, partendo da 'sta cosa, ho iniziato a pensare un po' di più a quel posto molto più a nord dove abitavo dieci anni fa: non solo alla cucina, alla sala, alla camera... ma anche alle strade, agli edifici e tutto quanto. E mi sono detto "perché non tornare dieci anni dopo e vedere com'è?". In realtà non è da dieci anni che non vado là, ci sono stato già altre volte: nel 2004 ci abitavo ancora, poi sono tornato nel 2005, nel 2006, nel 2007 e pure nel 2010. Comunque, finisce che ci torno anche nel 2013, perché siccome non ho trovato motivi abbastanza validi per non andarci (il più valido è che effettivamente è discretamente sbatti farsi il viaggio), ho comprato i biglietti aerei e ho prenotato l'ostello per un paio di notti (la terza la passo a sbarboneggiare in aeroporto). A proposito di ostello: là ce n'era uno veramente curioso, dentro un treno. Ho scoperto che non c'è più dall'ottobre dell'anno scorso. Non l'hanno semplicemente chiuso: il treno è partito, è rimasto solo il binario. Più morto del solito. Ho scoperto anche che non esiste più la squadra in cui giocavo a uollei lassù. Così è ufficiale: nonostante abbia messo fine alla mia scarsa carriera da pallavolista solo da un paio di anni, tutte le squadre in cui ho militato sono sparite. Puff!
Già nel 2010 invece avevo scoperto che la casa in cui vivevo aveva cambiato stile, non era più quel baraccone un po' (tanto) trasandato, dove si facevano feste a non finire perché manco al care-taker interessava che rimanesse in condizioni vagamente decenti. Non è più posto destinato agli studenti universitari. E le persone... tutti quelli che mi piacerebbe rivedere sono altrove. Non solo gli stranieri. Tutti erano lì solo per fare l'università, riconoscerò forse il bibliotecario (se non è andato in pensione), il tipo che continuava a tossire nella zona computer (se non è morto) e pochi altri.
Insomma, i presupposti per vedere un posto profondamente cambiato, dove non ci sia quasi più nulla di "mio", ci sono. Ma sarà sicuramente bello passare tre giorni con il passato, ci credo.

giovedì 29 agosto 2013

Di opzioni multiple che fanno pensare a modi di dire basati su parole di dubbio significato come il troppo stroppia

Dunque un paio di settimane fa (per l'esattezza trattavasi di dieci giorni fa) è successa 'sta cosa che uno proprio non si potrebbe aspettare da me, neanche quello che nutre più fiducia nei miei confronti e neanche io medesimo (che forse sono lo stesso che nutre più fiducia nei miei confronti).
Facciamo che erano tipo le 4 di mattina (l'orologio l'ho perso tempo fa), ero a una festa e me ne stavo andando a orinare tranquillamente, senza neppure quell'ansia di trovare fila al bagno né quella svogliatezza tipica di chi pensa che pure far pipì sia uno sbattimento eccessivo (poi si parla di mondo perfetto... vero che far pipì a volte è una gran bella soddisfazione, anzi, rischia pure di essere uno dei momenti più belli della giornata quando si trova un bagno dopo un'ora o due di attesa, ma in un mondo perfetto ci sarebbero quantomeno benevoli insetti urinofagi -sempre che si dica così- invece che emofagi, tipo che al posto della vescica uno si ritroverebbe con un parassita gigante... no va beh detta così va a finire che ne esce un'immagine brutta, diciamo allora che in un mondo perfetto  ciò che si mangia o beve non produrrebbe scorie).
Ma eravamo che erano tipo le 4 di mattina, ero a una festa e me ne stavo andando a orinare tranquillamente senza eccetera eccetera. Una volta giunto in bagno, una visione spaventosa: un ragno stava correndo sulla mia maglietta. Verso l'alto. Così senza pensarci su troppo, l'ho preso in mano per tirarlo via. Avevo un ragno in mano. Grosso, per quanto li posso tollerare io: in tutto, zampe incluse, saranno stati almeno tre centimetri di ragno. Ci ho messo un secondo almeno (di quelli lunghi) per realizzare che avevo veramente un ragno in mano. Sentivo le sue zampine muoversi tra le mie falangi e vedevo il suo corpo a pallina tra l'indice, il medio e il pollice. Poi siccome non è che sono diventato fan dei ragni all'improvviso, l'ho fatto cadere. Che poi lui a quel punto deve essersi sentito anche un po' in imbarazzo per il rifiuto e non ci ha pensato a risalire un'altra volta, per sua fortuna (e un po' anche mia). Ma mi rimaneva quella sensazione strana di ragno in mano che ancora adesso mi sembra chiarissima. Devo dire che nell'occasione non ero proprio lucido al 100%. Adesso sì e il pensiero mi disgusta. Così tanto che devo andare a vomitare. No è troppo sbatti vomitare, vado solo a dormire.

venerdì 2 agosto 2013

Coffee break

Nell'estate del 2003 di questi tempi avevo già fatto le valigie ed ero grosso modo in Norvegia, per la prima volta in vita mia. Dev'essere stato quello il periodo in cui vidi Geiranger per la prima volta. Quando ci tornai tre anni dopo, non mi ricordavo affatto di quel fiordo: pare che nel 2003 stessi dormendo e poi era pure assai nuvoloso, quindi non c'era molto da vedere. E a parte questo, quando viaggio se possibile dormo tutto il tempo.
Nell'estate del 2003 di questi tempi ero in Norvegia per la prima volta in vita mia ma in realtà stavo andando in Svezia. Stavo per fare un anno di Erasmus, quella cosa che uno va a studiare all'estero per arricchire il proprio bagaglio culturale, avere una formazione più ampia, poter approfondire aspetti della cultura e della storia di un altro paese e tante altre cacate del genere. Voglio dire... come se a me potesse importare veramente qualcosa di fare due esami di archeologia vichinga per sapere qualcosa in più sulle monete arabe trovate in Scandinavia.
Comunque 'sta cosa dell'Erasmus era una fissa che avevo da prima di cominciare l'università, forse è stato uno dei motivi principali per cui alla fine ho deciso di perdere del tempo in studi inutili. E non è che mi possa vantare di essere stato scelto per particolare bravura: quando ci furono le selezioni eravamo tipo in tre a voler andare a Lund e gli altri due non erano neanche studenti di lingue. Per perdere il posto avrei proprio dovuto essere in competizione per il premio re degli scarsi.
Fatto sta che comunque nell'estate del 2003 di questi tempi ero in Norvegia per la prima volta in vita mia per andare in Svezia a fare l'Erasmus, perché per merito mio o demerito altrui alla fine avevano scelto me. Non era la prima volta che andavo in Svezia. La prima volta avevo 17 anni. O forse ancora ne avevo 16... boh, comunque era l'estate in cui prima ne avevo 16 ma poi anche 17. Minicrociera tra Helsinki e Stoccolma, visita di Stoccolma in giornata e ritorno a casa con la stessa minicrociera (di cui ricordo soprattutto il Salmari, Rhonda, una cena a buffet inclusa e un Claudio che pensava che tutti gli asciugamani in cabina fossero suoi).
Visto che era l'estate del 2003 quella in cui di questi tempi ero in Norvegia per la prima volta in vita mia anche se in realtà stavo per andare in Svezia a fare l'Erasmus, tra un paio di settimane saranno 10 anni giusti giusti che me ne sono andato a Lund. A settembre ci sarà anche la reunion per celebrare l'evento. A Berlino. Sì, si è deciso che è poco importante tornare nel posto giusto, l'unica cosa importante è ritrovarsi e far festa come una volta, tutti insieme. In un posto più economico, così che ci si potrà devastare senza l'ansia di spendere troppo. Ci saranno Livio, Angela, Alex, Marko e molti altri. Stanno scrivendo un sacco di messaggi anche su facebook, stanno organizzando tutto per benino (tipo che hanno riservato un ostello per l'occasione, in modo da non perdersi neanche un attimo di festa andando in un altro ostello a dormire). Insomma, uno sbatti di quelli che io non avrei mai fatto. Quasi ogni giorno vedo che c'è qualcuno in più che comunica con entusiasmo il suo esserci o con moltissima tristezza e poco velato disappunto la sua impossibilità a partecipare, vuoi perché vive in Australia, vuoi perché gli è appena nato un figlio, vuoi perché ha un lavoro e non può prendersi ferie in quel periodo. Io non ho ancora risposto, all'inizio avevo buttato lì un "forse vengo" quando ancora non era ben chiaro chi fosse interessato alla cosa, ma in realtà già ora so che non ci andrò. E non mi dispiacerà neppure non vedere Livio, Angela, Alex, Marko e molti altri. Niente di personale con loro, è che non li conosco. Su 40000 studenti che c'erano, mica li potevo conoscere tutti.
L'anniversario mi dà occasione però di chiudere a modo, con un bell'elenco di quelli di cui si potrebbe anche fare a meno, ma in fondo neanche respirare è necessario per alcune persone, che invece si ostinano a farlo. 


###Inizio finale rimembrativo###

I primi dieci ricordi dell'anno Erasmus:
  1. i pomeriggi passati al bar con Sofia
  2. le cene sociali della domenica
  3. le partite di ping pong in sala
  4. l'odore di glicine lungo la strada per andare in biblioteca
  5. le feste interrotte dall'arrivo della polizia
  6. i 27 punti in una gara con il LUGI Lund persa comunque con disonore
  7. i fiori che mi regalò Camilla
  8. le libellule
  9. il campeggio in casa causa pioggia
  10. i cd della biblioteca
---Fine finale rimembrativo---

domenica 16 giugno 2013

I ricci attraversano la strada solo di rado e quando io non ci sono

Tra le cose che vedevo spesso sotto il mare c'era questo pappagallino acrobata verde e blu (molto più verde che blu), che non so se andasse in monociclo su un filo di alghe intrecciate grossolanamente per sua volontà o per rispettare gli ordini di qualche padrone che a me però risultava invisibile anche dopo un'accurata ispezione dei dintorni. Imperturbabile andava e tornava, come se neppure il topolino che gli stava sulla testa rosicchiandogli lentamente e continuamente cranio e cervello lo infastidisse. Pareva accettare quella simbiosi e la perdita di piccole parti di sé senza problemi, anzi tra i due in verità sembrava un po' più depresso il topolino. Forse si chiedeva che ci stava a fare in mezzo al mare anche senza saper nuotare, per quanto l'affogare non era cosa che lo riguardasse ormai: respirare non era più compito suo, da quando in un giorno né troppo lontano né troppo vicino al suo presente gli era capitato di morire.

Tratto da un sogno vero mentre non dormivo.

giovedì 25 aprile 2013

25 aprile 2013

E noi farem del mondo un baluardo
Sapremo rider e disprezzar la vita
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

Per tutte le vittime nostre invendicate
Per liberar l'oppressa nostra gente
Ritorna sempre invitto nella lotta
Il patriotta

Il nostro grido è libertà o morte
Sull'aspro monte ci siam fatti lupi
Al piano scenderem per la battaglia
Per la vittoria

Famelici di pace e di giustizia
Annienterem il fascismo ed i tiranni
Rossi di sangue e carichi di gloria
Nel fior degli anni

Ai nostri morti scaverem la fossa
Sulle rupestri cime sarà posta
Per noi risorgerà la nuova Italia
Con la guerriglia

mercoledì 24 aprile 2013

Instagram

Era estate ed era caldo, i palloncini scoppiavano senza sosta a contatto con l'erba, perché i fili appena tagliati sembravano puntine. Sull'ombra del muro scrivevo il tuo nome mentre il tuo sorriso mi dava le spalle. Fosse stato per me ci saremmo andati veramente al mare per non farti sentire più così pallida, anche se il sole non mi sarebbe piaciuto. Eri più azzurra tu del cielo quel giorno. Ora hai la pelle più scura, lo smalto rosso è sbiadito e non porti più gli occhiali, sembri quasi più vecchia di me, che già me la cavo bene... ma tua figlia l'hai chiamata veramente Teresa?

giovedì 21 marzo 2013

Di qua e di là del muro

Se quest'anno avessi avuto voglia di fare lo sbattimento di fare una lista di buoni propositi, magari ci avrei infilato che mi sarebbe piaciuto vedere pià concerti rispetto all'anno scorso. Non era una missione difficile, dato che nel 2012 sono rimasto a secco fino al 29 dicembre (mi ha salvato Lo Stato Sociale. Intesa come band eh). L'altra cosa che potevo mettere in lista era quella di non farmi piantare il giorno del mio compleanno, ma siccome la lista non l'ho fatta, non è un obiettivo valido.
Comunque, tornando ai concerti, siamo solo a marzo e ne ho già visti ben due! Per un totale di ben cinque gruppi cinque! Del resto, qui a Berlino fanno sempre un sacco di cose interessanti. 
Ecco, insomma, 'sta cosa dei buoni propositi e dei concerti era giusto una scusa per dire che sto a Berlino. Da due mesi, praticamente. Anzi, tra poco è pure ora che me ne torni a casa. Ma per il momento sono qui... abito vicino a Bernauerstraße, famosa per il muro (no, non la East Side Gallery, un altro pezzo). E tutti i giorni quando vado a prendere la metropolitana penso che mica tanti anni fa quello era il capolinea e dall'altra parte stavano chiusi dentro ed era zona francese. Una volta che stavo guardando il monumento coi morti del muro, m'è venuto 'sto pensiero che insomma, in tutte le guerre c'è anche chi muore per ultimo. Che non sai se, rispetto all'ordinaria morte a guerra in corso, è una bella cosa, perché quasi già assapori il cambiamento, o una cosa che tipo ti sembra veramente una presa in giro. Tra un'ora c'è la pace ma tu no. 
Poi avevo anche una cosa su cui ho riflettuto veramente tanto, tipo che molta gente non si ricorda della prima banana mangiata, la vicenda era interessante, con sviluppi che andavano ad abbracciare anche persone insospettabili, tipo Ramona che ancora adesso non mi viene in mente perché ci conosciamo, ma forse ne scriverò un'altra volta.

venerdì 4 gennaio 2013

Vol. VI

Anche a 'sto giro ho preparato il cd dell'anno che se n'è appena andato. Il sesto. Uno dei problemi di tanti brani che hanno influenzato molto il mio 2012 è stato  quello della lunghezza. Quindi per evitare di avere una compilation con quattro brani, ho deciso di lasciare fuori pezzi più lunghi di 10 minuti (tipo Taijin Kyofusho degli Evpatoria Report, Illuminate my heart, my darling! degli Yndi Halda o Nastiez degli Obscure Sphinx). Poi naturalmente ho dovuto fare delle scelte che non mi convincono moltissimo, ma tant'è. Il risultato è questo.
  1. Iosonouncane - Summer on a spiaggia affollata
  2. Il Teatro degli Orrori  - Direzioni diverse
  3. Jezabels - Endless summer
  4. Der Blaue Reiter - Prison of desire
  5. I Fichissimi - La tipa della casa occupata
  6. Nobraino - Il mangiabandiere
  7. Lo Stato Sociale - Mi sono rotto il cazzo
  8. Tunturia - These are the words
  9. Circadian Eyes - Reaching hands
  10. Ustmamò - Piano con l'affetto
  11. Camille Saint-Saëns - Aquarium
  12. Logh - The bastards have landed
  13. Rosetta - Ayil
  14. Muhr - We have mountains to climb
  15. Aereogramme - A meaningful existence
  16. Tides from Nebula - Higgs boson
  17. Sóley - Kill the clown
  18. Porno for Pyros - Pets
  19. ...a Toys Orchestra - Celentano
  Durata: 79 minuti e 48 secondi...