sabato 31 dicembre 2011

Siamo tutti chicchi di riso

L'altra sera mi sentivo particolarmente concentrato quindi ero pronto per passare la serata guardando film anche impegnativi. Così ne ho visto uno intriso di una problematica che effettivamente affonda le radici negli arbori della razza umana: il sessismo. Il film in questione era Mulan. Sì, lo so, è un cartone animato e non è neanche così impegnativo, volevo solo tirarmela un po', però il tema è quello lo stesso. Tra l'altro era uno dei pochi classici Disney che ancora non avevo visto (modestia a parte, so di essere un uomo di cultura). Un altro era Pocahontas che hanno trasmesso subito dopo quindi in una sola serata ho colmato due lacune. 
Va beh, comunque siamo qui per parlare della cinese e non dell'indiana. Che poi non si direbbe proprio che han fatto un film così per aprirsi un varco nel mercato asiatico. Calunnie! Anche perché sicuramente gli unni non hanno apprezzato e il mercato unno non è mai da sottovalutare. 
Ma passiamo al punto centrale: la trama. Il cartone si apre con una simpatica scena emblematica sulle capacità del soldato cinese medio dell'epoca: questa sentinella se la viaggia tranquillamente tra una torre di guardia e l'altra quando a un certo punto percepisce che qualcosa non va proprio come al solito... forse quei pignantamila unni che stanno scavallando la muraglia non dovrebbero essere lì? Forse. Comunque, nessun problema: basta accendere qualche fuocherello e il messaggio arriva diretto diretto alla città imperiale. Dove per prima cosa si decide di aumentare il numero di soldati, ovviamente. Cosa che farebbe felice qualsiasi generale, a parte Li (che guarda caso è proprio quello cinese in quel momento). Insomma, Li non vuole avere più uomini. Lasciamo i contadini nei campi e usiamo i soldati che abbiamo già. Aaah, ce ne fossero di Li al giorno d'oggi... ci vorrebbe proprio uno come lui ai vertici NATO. Però in barba alle sue dichiarazioni, viene stabilito che ogni famiglia debba mandare al macel... al fronte almeno un uomo. Compresa la famiglia Fa, che è quella di Mulan. In 'sta famiglia però c'è solo un elemento di sesso maschile ed è quello messo peggio di tutti, ossia il padre, uno zoppo che non riuscirebbe a stare in piedi nemmeno il tempo di una pisciata ma che per onore vuole andare in guerra. L'onore... del resto la famiglia Fa ne ha giusto perso un bel po' proprio a causa di Mulan, che non passa il provino per essere una moglie ideale (fondamentalmente, capace di versare il tè e starsene zitta). Questa ragazzina però è più sveglia del padre e capisce che quello non sarebbe capace di arrivare sano neanche al cancello di casa, quindi si taglia i capelli e parte a cavallo per andare al più vicino campo di addestramento. Cioè... si taglia i capelli perché così non capiscono che è una donna! Ma che, una donna coi capelli corti pare un uomo? A quanto pare, nella Cina dell'epoca sì. Eppure non assomiglia a Caster Semenya.
Siccome la famiglia Fa è devota agli avi (si sono fatti gli dei in casa per risparmiare), Mulan viene premiata dall'aiuto di Mushu, un drago che funzionerebbe male pure come accendino e che non sa distinguere un cavallo da una vacca. Una garanzia di successo. 
Bon, 'sta ragazza arriva all'accampamento, impara a scatarrare e a fare altre cose da uomini e nessuno si accorge che sotto sotto è donna. Così inizia l'addestramento, cosa non facile perché gli unni non solo sono cattivi di loro, ma hanno pure i cavalli che sono incazzati, per dire. Roba forte. Il generale Lì parte in avanscoperta con i soldati che sanno fare i soldati e lascia in mano al raccomandatissimo Shang (suo figlio) i novellini. Che sono degli imbranati cosmici. La fragilità di Mulan emerge molto presto (del resto è una donna...) e quindi viene scartata. Via, licenziata, puoi tornare a casa. No, lei viene scartata la sera e si mette d'impegno ma proprio tanto tanto tanto... e il mattino dopo è diventata il guerriero più forte della storia. E brava Mulan! A volte basta poco per ottenere ottimi risultati, altro che sputare sangue per anni. 
Le nuove leve sono pronte (beh, più o meno) per affrontare il nemico e quindi partono. Al momento della partenza io ho contato 18 soldati. Un campo d'addestramento per 18 soldati! Che devono affrontare un monte di nemici. Però loro sono contenti perché finalmente si fa sul serio, si va a morire per la patria... però arrivano al primo villaggio che oramai è tardi e tutti i soldati di professione sono stati ammazzati. Compreso Li, che quindi lasciano lì (scontata, ma si poteva non utilizzare?).
Questo gruppetto di disperati dunque è l'ultima speranza dell'impero... avanza avanza nella neve, chi ti va a incontrare se non un'orda di unni? Ma migliaia e migliaia... che non ci stanno neanche tutti insieme nello schermo. Ma nessun problema, c'è Mulan... che dopo aver scrutato attentamente una montagna che probabilmente non aveva mai visto prima, lancia l'ultimo razzo a disposizione del suo esercito scegliendo bene l'angolazione per creare una valanga che in un minuto travolge tutti i nemici e neanche uno dei suoi. Beh sì, il raccomandato viene travolto ma si salva proprio grazie all'eroina (intesa come persona). E brava Mulan, un'altra volta!
Solo che la ragazzina si fa ferire al ventre da Shan Yu, il cattivone unno, quindi quando devono medicarla riescono finalmente a realizzare che è una donna. "Che importa... ha sterminato da sola un'orda di barbari!" diranno i più ingenui. Eh no! Il regolamento parla chiaro, l'iscrizione è riservata ai soli uomini, disonore a lei che ha salvato l'impero da donna! Ma disonore forte... pena di morte! Solo che il raccomandato un po' di riconoscenza ce l'ha e quindi memore della vita salvatagli, decide di non decapitare la sciagurata. Che però viene abbandonata al suo destino, con il drago e il cavallo (ah, pure un grillo portafortuna che aveva già di suo).
Tutto ciò uno pensa possa succedere in svariati giorni... invece evidentemente tutto accade in poche ore, poiché poco tempo dopo, quando i residui dell'esercito cinese si sono incamminati in un ipocrita scoramento generale verso la città imperiale, dove andranno in realtà a prendersi i meriti del trionfo, sei (sì, 6!!) unni riemergono dalla neve. Imprecando, giustamente. Solo che così Mulan li sente e ingroppato il cavallo, balzellon balzelloni giunge alla città imperiale (che evidentemente era lì a due passi).
Per portare la cattiva novella.
-Shaaaaang! Comandante Shaaaaaaang! Gli unni!! Non sono morti tutti!
-Perché dovrei crederti? Sei una donna e mi avevi detto che eri un uomo. 
-Ma ti giuro che li ho visti... dai credimi!
-Mi hai già ingannato una volta, non ci ricasco.
-E dai, se ti dico che li ho visti credimi. Dai dai dai! Ci sono gli unni, è pericoloso... 'scolta me che fai una brutta figura se arrivano mentre ti stan premiando!
-No, non ti credo!
Ma comandante Shang... sei pirla o cosa? Se ti dice che li ha visti, è perché li ha visti! E siccome aveva ragione, a un certo punto i sei unni saltano fuori, rapiscono l'imperatore e si barricano nel suo palazzo. Con mezza popolazione cinese che non riesce a tirar giù un portone di legno. Dunque tocca ancora a Mulan inventarsi qualcosa: girl power e tre soldati diventano geishe, stordiscono le guardie e riescono in qualche modo a far sì che Shang raggiunga l'imperatore. Solo che quello è davvero pirla e da solo non ce la fa, dunque arriva la solita tipa che nel frattempo è diventata capace di far qualsiasi cosa e -boooom!- anche Shan Yu è sistemato (alla Disney non esistono prigionieri politici... se sei cattivo, muori). 
A 'sto punto che altro deve fare Mulan per ricevere un riconoscimento? Spazzarvi pure per terra? A quanto pare sì, perché il gran consigliere insiste sul fatto che ha infangato l'onore dell'esercito e della Cina tutta. L'imperatore, che pare l'unica persona dotata di buon senso, la pensa diversamente e la ringrazia. Ecco, lo fa lui e allora tuuuutti come un branco di pecoroni a inchinarsi a lei. Servi del padrone!
A Mulan viene offerto anche un posto in politica ma lei rifiuta, deve tornare a casa (a far che? A stirare le camicie di suo padre? Mah). Intanto l'imperatore consiglia al comandante Shang di rivedere un attimo la sua posizione... insomma, che ci provi con 'sta ragazza. Così quello ha anche la faccia tosta di andare da lei e lei lo invita pure a restare per cena. Spero per avvelenarlo. 

sabato 24 dicembre 2011

Viale Ortles

Quando sono quasi le nove di sera le luci disponibili sono solo quelle elettriche, in questo periodo cariche delle intermittenze natalizie presenti a balconi, finestre e cancelli, mentre i fari si susseguono senza sosta in entrambe le direzioni. Parchi racchiusi da inferriate e cemento ci rammentano quanto è stato fatto per la nostra sicurezza: è per il nostro bene che dopo una certa ora nessuno può passare sotto gli alberi seminudi là dentro. Fuori donne semianziane con un taglio fresco festivo corrono a casa, signore similimpellicciate fanno gli ultimi acquisti per far la loro bella figura il giorno di massimo splendore del consumismo, signori incravattati di ritorno dalla loro noiosa giornata d'ufficio imprecano per una precedenza negata, prostitute multicolori instivalate ma infreddolite aspettano di iniziare il loro, di lavoro. Alcune ammiccano, non importa che tu sia pedone, ciclista, autista. Altre fumano, altre telefonano, altre ancora scambiano poche parole con la propria dirimpettaia, una guarda davanti a sé, nel nulla, forse interpretandolo come metafora del futuro. Quella dopo la rotonda s'accosta a una BMW. L'uomo all'interno è quasi più grigio della carrozzeria della sua auto, dalla giacca ai capelli. Sulle scale di un edificio pubblico ridono e scherzano sudamericani in gruppo, tra bottiglie vuote di Corona e cartoni pieni di pessimo vino rosso. Io passo accanto a tutto ciò e ripenso insistentemente a una panchina vuota e gelata che ho rivisto una manciata di minuti prima dopo tanti anni. Era un tempo in cui potevo tremare anche senza avere freddo.