lunedì 5 febbraio 2007

Si vis pacem, para bellum

Mi chiedevo perchè questo modo di dire abbia avuto tanta fortuna nella storia.
Ora, mi pare che tale concetto sia attribuibile a Vegezio, che lo scrisse in un'opera trattante le arti militari. Logico che se scrivi un libro sulla guerra, devi anche farti pubblicità!!!

Aspiri alla pace? Prepara la guerra!
Ma non arrivare in battaglia impreparato!
Leggi prima il manuale di Vegezio!

Che sa un po' di cazzata come discorso, una sorta di guerra preventiva ante litteram (tanto per usare un'altra locuzione latina tanto in voga...). Che poi una volta che finisci la guerra che hai preparato sei al punto di partenza... un circolo vizioso. Secoli dopo i CCCP hanno riassunto il tutto in Guerra e pace, ma quella è solo una visione ciclica del mondo...
Poi qualcuno sosteneva l'esatto contrario:

Concordia parvae res crescunt
Discordia maximae dilabuntur

Ossia: nell'armonia le cose piccole crescono, nella discordia anche le più grandi svaniscono.
La prima metà di questa frase è anche scritta su qualche palazzo importante di Helsinki, tipo il teatro nazionale (ma non son sicuro... ma se qualcuno ci passa, è l'edificio che sta più o meno di fronte alla stazione. Magari è il museo, non mi ricordo).
Ecco, questa invece l'aveva scritta Sallustio. Che nella storia della letteratura senza dubbio ha avuto più successo di Vegezio. Ma è stato meno ascoltato.

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