venerdì 15 maggio 2009

Se vuoi parlare un po' con me ti devo addare al mio Myspace...

Tra una settimana a quest'ora magari sono già arrivato a Stryyyyn. O magari no... dipende quanto saremo lesti nel prenderci i bagagli (ma soprattutto quanto saranno veloci gli addetti a caricarli sui nastri, cosa che non fa ben sperare), dato che tra l'arrivo dell'aereo a Oslo e la partenza dell'autobus c'è un tempo d'attesa discretamente breve. Fatto sta che è già un'altra volta tempo di partire. Che 'sto tempo ogni tanto mi sfugge dalle mani. A volte invece no, sono io che lo sguinzaglio e lo lascio andare per la sua strada, mentre lo osservo fuggire via. 

Comunque c'è una cosa che ieri ho visto e mi ha segnato profondamente. Sono andato alla Fnask per vedere un po' di cosine tipo libri nuovi, cd nuovi, computer nuovi (eh, è un negozio di robe nuove, non usate). E così dopo aver visto che il corso base di cinese costava 87 euri e che ci sono sempre dei libri per bambini abbinati a pupazzetti fichissimi tipo la piovra verde o il cavallino maruccio rosso, ignaro di quel che stava accadendo mi stavo dirigendo verso il settore "libri che fanno ridere".  All'improvviso, lo shock. Causato da un libro bianco con il disegno di una fatina. Nome dell'autrice: Emotrilly. Cioè... quella fata in copertina era la versione emo della Trilly di Peter Pan! Con le alette cucite, tatuata e sforellata di piercing. E quell'aria da ragazza che se non ha un vestito nero o viola addosso si sente a disagio e che ascolta gruppi che a noi giovani ci piaceranno 4ever tipo i Tokio Hotel e i Mizuko Laminkia. Non c'è più rispetto per nessuno ormai, neanche per le eroine-eroinomani dei classici Disney. 
Tutto ciò mi ha fatto pensare che esistono cose che in alcuni posti non trovi e non te ne accorgi. Forse perché non ne senti la mancanza. Tipo a Cusco non c'erano nè gli emo nè i truzzi nè i fighetti in generale. 

Fortuna che ci si può consolare perché nel mondo e in Italia non ci sono grandi disastri e tutto quanto va a gonfie vele. Tranne qualche barcone, che le vele ce le ha sgonfie e finisce alla deriva.

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