Dopo l'uno, senza sorprese si presentò il due. Il problema sul quando stare altrove fu mitigato da eventi sportivi in cui si rividero diversi ex compagni di viaggio in quel mondo della pallavolo che ancora fa sentire la sua assenza quando sempre più raramente mi capita di metter piede in una palestra. L'ultima volta, proprio in quel palazzo, dopo un'entrata trionfale accompagnata da insulti di un'intera tifoseria, ci fu l'unico trofeo. Dopo anni, ci fu una stretta di mano e un ringraziamento a chi mi portò la coppa sotto gli occhi. All'uscita pioveva, sia dentro che fuori.
Una mattina mi ritrovai alla stazione dei bus in quel posto dove circa vent'anni prima avevo visto chissà quanti concerti, attaccato alle casse, con le botte fisse sulle creste del bacino, tra l'odore di birra e di marijuana. Invece ero a tanti anni e qualche centinaio di metri di distanza da tutto ciò, con una valigia rossa e un adesivo polacco in attesa. All'arrivo fu Nizza, troppo italiana, tra topi, l'uomo nero e un carnevale che non mi fece divertire. Un passaggio sulle montagne, un altro di ritorno verso il confine, un monastero lasciato vuoto, il freddo al pensiero di dio, la rabbia al pensiero che un pezzo di carta basti a stabilire chi siamo e dove possiamo andare. Venne il tempo di andare a Marsiglia, di cambiare i programmi e di starci solo due giorni, tra il distruttore di Roma e l'aiutante dei siriani. Poi Montpellier. In stazione un tossico rovinò l'entrata in scena. Un giorno piovve forte, fortissimo. Un solo giorno. I gatti miagolavano alle cinque di mattina. Io ero già sveglio, a volte in contemplazione di una madonna dipinta che il tempo aveva velocemente scrostato, rendendola inesistente. A tratti sembrava ci fosse troppo tempo, un'abbondanza da lasciare vuota, non avevo nulla da aggiungere, il mio stupore era fuori luogo e del resto neppure io appartenevo a quel posto. Persi a briscola e non fu un caso. Ci fu da partire e stavolta ero io che lasciavo. C'è sempre un paio d'occhi che se ne va prima dell'altro. A Nîmes passai quel giorno che tre volte su quattro non esiste, incontrando la solitudine. Era davvero in forma e decise di restare.