Ieri son tornato a Verona, per l'occasione non fatale. Era proprio lì che avevo visto per l'ultima partita della scorsa stagione, all'epoca un 3-0 secco e veloce veloce, che mi aveva permesso di tornare a casa in orari decenti. E la partita di ieri si era incanalata sulla stessa direttrice: 3-0 secco e veloce veloce, ma stavolta per noi. Non è andata così... 2-0, 2-1, 2-2 e un avvio di quinto set che non lasciava presagire nulla di buono (1-5). Ma la pallavolo a volte non è cosa scontata, alla fine ad esultare (e non poco) è la curva Gislimberti: 23-21 e tutti a casa (si fa per dire... in realtà l'arrivo è avvenuto all'una passata).
Finito il tifo per Verona-Trento, mentre viaggio in treno già mi preparo all'altro scontro di giornata, in terra totalmente gialloblù: tempo di elezioni in Svezia. Ha governato il partito socialdemocratico per 65 degli ultimi 74 anni. Ora cade anche questo mito: i Socialdemokraterna hanno perso, seppur di un soffio, Persson ammette la sconfitta e subito annuncia l'abbandono della leadership del partito (uguale uguale a quel che accade normalmente in Italia!). Dicono che su questo risultato le sue responsabilità siano evidenti. Io so solo che una Svezia orientata a destra mi risulta difficile da vedere, se non altro per tradizione. Là il welfare andrà comunque avanti, destra o sinistra si cerca comunque di fare gli interessi della nazione.
Qualcuno chiamava gli svedesi "i comunisti in Volvo". E almeno le Volvo sono rimaste.
Nessun commento:
Posta un commento