sabato 28 novembre 2009

Berlino. E sullo sfondo le anguille

La scorsa settimana non avevo nulla da fare quando era venerdì pomeriggio (ma anche il giovedì poteva andare bene) e allora sono andato al supermercato. Là c'erano tante cosucce belline e tante anche bruttine, quelle più sconvolgenti però erano rappresentate dagli animali vivi che uno li prende e li ammazza poi in pentola. C'erano gli astici, i granchi, le aragoste, i capitoni e le anguille. Ecco, la gente passa di lì che magari ha già una mezza idea di quello che deve comprare, che so un chilo di carote, quattro mele, il sacchetto delle patate e le merendine per la colazione veloce della mattina, ma poi passa di lì, vede il capitone e gli viene una gran voglia di capitone e dice "mi dia quel capitone lì... no, quello che sta scodinzolando che pare più fresco... ecco, quello, bravo", così poi si toglie lo sfizio. Ma il capitone ci rimane male, magari non è che pensa che sta per fare una brutta fine, però ci arriva che dalla vaschetta del Carrefour non può scendere in profondità e andarsene sul fondo del mare a figliare insieme a tutte le altre anguille del mondo. Insomma, è un mondo difìcile anche quello del capitone, soprattutto nel periodo natalizio. Altro che tutti più buoni. "Più buoni un par de ciufoli", ti direbbe l'anguilla, se potesse parlare come fanno gli umani.
A proposito, qualche giorno fa ho letto che hanno inventato tipo una sedia elettrica per le aragoste. Che non deve essere bello morire così mentre ti cuociono e intanto uno passa e dice "mmm che profumino!!". Va beh, almeno non ti dicono "snif snif... che puzza di morto!!".
Comunque non mangiate il capitone, che è quasi a rischio estinzione e contiene pure un monte di grassi!


---Inizio intermezzo canzonistico---

5 canzoni che ho recuperato di recente che pensavo di non trovare...

1-Fa male, Mira Spinosa
2-Soyuz, Pravda          
3-Tube disasters, Flux of Pink Indians
4-In cerca di te, Nella Colombo   
5-Revolution, Chumbawamba      

###Fine intermezzo canzonistico###

Canzoni a parte, settimana scorsa ero a Berlino. Non è una città come tante, ci arrivi e la attraversi e vedi che non è come le altre. Forse solo perché lo sai che cos'era e cos'è diventata e allora ti sembra diversa, però è così. C'è della bella gente da quelle parti, molta bella gente. Ci sono i mezzi che viaggiano anche di notte, ci sono i bar aperti fino a tardi con i tavoli da ping pong, c'è gente disperata che alle 4 di mattina legge le proprie email in un internet cafè 50 centesimi/mezz'ora. C'è un monumento di 2771 lapidi per ricordare i morti, costato più di 20 milioni di euro e senza neanche un filo d'erba. Ci sono amici che si incontrano per caso, dopo anni. C'è un parcheggio pieno di Trabant, un tempo macchine economiche, adesso per un giro di una manciata di minuti ti costano più di un taxi. C'è la commercializzazione, c'è il capitalismo che finalmente permette a tutti di mangiare banane e tantissimi tipi di cetrioli in salamoia. C'è chi dipinge le proprie mani sui muri e c'è chi rivuole indietro quello vero, di muro. C'è una luce rossa in cima a una torre alta alta che di notte si vede anche da lontano, così che uno non si sente davvero perso neanche quando non sa che ci fa lì.

C'è un ponte molto bello sulla Sprea, da lì si vedono anche dei palloncini dipinti sul muro di un palazzo, intenti a volare. Sono sorridenti, anche se non raggiungeranno mai davvero il cielo.



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