Norvegia... terra di fiordi, di ghiacciai, di vodke dal prezzo inumano, di ragni che vivono negli scantinati e di ricci che zampettano allegri e ignari del pericolo la sera soprattutto. Ma tanti ricci... anche se mi sa che sono di più i ragni. Però siccome i ricci sono belli e i ragni no, mi concentro di più sulle attivitià dei primi (mentre i secondi li stermino coll'ausilio della chimica: lode alla permetrina, detta anche C21H20Cl2O3, veleno democratico che uccide indiscriminatamente qualsiasi insetto). Ma dunque, si diceva dei ricci... per tanto tanto tanto tempo ho pensato che avessero un modo di difendersi quantomeno bislacco. Difficile che sia possibile, ma nel caso... se non avete mai visto un riccio, egli si comporta così: vede il pericolo e si ferma, immobile (a parte quello dell'altra sera che è scappato). E allora prima mi sembrava che i ricci avessero un'ingenuità mortale, come se chiudersi per l'appunto a riccio potesse salvarli da un autotreno in transito su di loro o dalle smanie calcistiche di gente con una certa inclinazione al sadismo (e pure alla stronzaggine... non calciate i ricci!). O forse avevano sentito anche loro quella cosa che se ti ritrovi davanti un tirannosauro devi far finta di non essere vivo perché quello è un po' tordo e non si accorge (non mi ricordo se lo dicevano in Jurassic Park o nell'Era glaciale). Invece ieri m'è venuto 'sto dubbio, ossia che i ricci non è che si fermano così per autodifesa, ma solo perché sono pessimisti. E allora mentre zompettano allegri pensando a tutt'altro, d'improvviso si accorgono che tu sei lì a guardarli ed eccoli pronti a dire "ormai è finita, non c'è più nulla da fare, fai di me quel che vuoi ma fallo in fretta". Che insomma uno magari non se l'aspettava che ci potesse essere un lato tanto drammatico nello spirito di questi animali.
Nessun commento:
Posta un commento