Ma no che non è finita a piazzal Loreto,
si è vinta una battaglia ma non la guerra
perché il taglio di una pianta non è completo
finché le radici restano sotto terra..
Se vuoi togliere sul serio anche la radice
rivolta tutto il terreno senza paura,
non basta cambiar la crosta e la superfice
ma devi volere proprio cambiar coltura.
Se non cambi la coltura, se non fai presto
a togliere la radice ma tutta quanta,
ti trovi ad avere fatto solo un innesto
sul quale si riproduce la mala pianta.
Non basta cambiar concime, cambiar letame
perché quella nuova pianta nasca diversa
finché le radici restano quelle grame
è solo materia prima che viene persa..
La pianta, che cresca poco o che cresca molto,
estirpala prima che sia cresciuta ancora;
è meglio perdere un anno tutto il raccolto
piuttosto che tutto il campo vada in malora.
Estirpa la mala pianta, ma tutta intera
perché non produca seme e non faccia frutto
quel frutto che fa venire la peste nera
quel seme che da soltanto la morte e il lutto.
Non basta stare a contare le nostre medaglie
ricordo dei nostri morti caduti allora;
bisogna affrontare tante nuove battaglie
per togliere il marcio che ci avvelena ancora..
Quel marcio che ci avvelena città e officina,
famiglia, caserma, scuola e tribunale
quel marcio che può di nuovo portar rovina,
che può fare andare il nuovo raccolto a male.
Fascismo è questo marcio che ci ricatta
che cambia colore ma resta sempre quello,
che sopra l'orbace ha messo la cravatta
e che chiama sfollagente il manganello.
Gli sbirri fascisti ancora sono protetti
da quei vecchi protettori, sempre da quelli
che un tempo gli han fatto uccidere Gobetti
e adesso gli fanno uccidere Pinelli.
E quei vecchi protettori son parassiti
che cambiano il vino buono tutto in aceto
ma noi gli dobbiam gridare più forte e uniti
che non ci può più bastare piazza Loreto.
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