+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Un edificio in legno, a pochi metri da quel che chiamano comunque mare. Non so se ci sia il sole o se stia piovendo, c'è sicuramente un vento che mi avvolge, forte e delicato. Penso possa esserci il sole.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-L'attraversamento pedonale più celebre stampato nella mia memoria. Non è Londra, non ci sono i Beatles.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-All'improvviso, è come se si ritovassero allineati tutti gli astri, tutti i pianeti. Un momento di perfezione. Il legno, il fuoco. Le rane.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Il sole, la montagna, maestosa, sul fondo. Ma è un deserto che brucia. Intanto le zebre parlano, i Ramones cantano, premonitori, che le cose non durano per sempre. E in qualche modo, baby, non lo fanno proprio mai.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Nel ritmo incessante delle stagioni, non cambia nulla: è di nuovo un autunno a seguire ll'estate, le fragole si declinano al maschile in un nuovo abc. Un gradino qualsiasi diventa uno spazio meraviglioso.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Accanto alla metro c'è un parco. Ci sono diversi cani, si intravedono tra le altalene, gli scivoli, le panchine prive di listelli e cariche di scritte. La nebbia sfuma i colori già bui. Cala l'umidità, ma tra le mani si sente un calore di grandezze diverse, un caldo che dà i brividi ed è difficile, se non impossibile, da spiegare.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Una piccola lastra trasparente sormontata da un tubetto metallico giallo ci divide. All'epoca non pensavo sarebbe stato per sempre. Rimane solo il profumo di lampone intriso su un piccolo pezzo di gomma elastica, fin quando non svanìsce pure quello.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Una danza nella neve, che di quest'ultima conserva solamente il freddo. Poi si trasforma solo in una danza nella nebbia, con una sola luce distante e imprigionata in una fessura. La mattina i gabbiani volano come falchi, io mi limito a camminare veloce, ma non leggero.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Una sera piovosa, molto piovosa, esco quasi all'improvviso. Due birre, diverse risate, una ghianda. Tutto ciò non è nei piani. Anche dopo le due birre, le diverse risate e la ghianda, continua a piovere tanto, moltissimo. Sarebbe uguale anche se fosse in un film. Gocce che corrono così veloci da sembrare piccole frustate tra gli occhi. Pare quasi spontanea, naturale l'offerta di un riparo, di un posto per scaldarsi. L'ultimo treno sembrava solo in transito, invece sta rallentando. Si ferma. Si aprono le porte. Non salgo.
+Chiudi gli occhi. Riaprili. Cosa hai visto?
-Un'epoca molto più recente, una strada conosciuta, fatta innumerevoli volte. Mi fermo, al margine del marciapiede. Da lì sono passate migliaia di persone. Probabilmente continueranno a passarcene altrettante. Un tempo era successo che tutto si trovasse lì. Era passato anche un momento in cui si avevano migliaia di futuri a disposizione. Invece ora c'è un momento in cui, tutt'intorno, non resta che aria. Non si vede nessuno all'orizzonte. Tutto vuoto: la larghezza, l'altezza, la profondità, il tempo.
venerdì 29 dicembre 2017
Dieciscatti nello stagno
Etichette:
che delusione,
dove andremo a finire,
è un mondo difìcile,
equilibrio precario,
felicité,
in volo libero,
malinconia,
nord,
sogni und sintomi,
tristessa,
visioni
venerdì 21 aprile 2017
Di cuori blindati
In Polonia ci sono molti ponti. Come in tanti altri posti. La maggior parte dei ponti su cui sono passato mentre ero là serve per passare da una parte all'altra della Vistola, un bel fiume di quelli lunghi lunghi lunghi, tipo che è nella top venti dei fiumi più lunghi che abbiamo in Europa. Come in tanti altri posti, sui ponti che servono per passare da una parte all'altra della Vistola gli innamorati ci mettono i lucchetti, ci sono alcuni ponti dove se uno volesse mettere il suo lucchetto farebbe quasi fatica a trovare posto. Ho visto addirittura gente che ha il proprio banchetto dove vende calamite, portachiavi, accozzaglia di souvenir e lucchetti da apporre sul ponte. Perché gli innamorati passano anche dalla Polonia, fortunatamente ci può passare anche chi non è innamorato o lo è in modo incostante o poco serio o non troppo impegnativo, ma comunque gli innamorati vanno in Polonia (o ci sono già) e mettono i loro lucchetti sui ponti. Come gli innamorati di Milano che stanno a Milano e vanno sui ponti che attraversano il Naviglio Grande, o come gli innamorati di Londra che vanno sui ponti che atraversano il Tamigi. Tutti a mettere lucchetti sui ponti. Io non ho mai messo un lucchetto sul ponte, però mi sono informato e pare che se uno vuol fare le cose per benino non deve tenersi la chiave, anche se ormai i lucchetti hanno anche quella di riserva e si potrebbe fare che ognuno tiene la sua e allora non c'è neanche bisogno di litigare. Ma il motivo non è che poi si litiga per decidere chi deve tenere la chiave: la chiave va gettata perché così diventa una cosa simbolica. Dove si butta? In un cestino dei rifiuti credo di no, perché magari non è tanto romantico. Forse in fondo al fiume. Insomma, 'sti lucchetti servono per dire che due vogliono stare insieme per sempre. Per questo chiudono il loro amore a chiave. E poi la gettano. Così se uno cambia idea dovrebbe andare sul fondo della Vistola, cercarsi la chiave giusta e poi (se non è arrugginita) aprire il lucchetto e... boh, lasciarlo aperto, penso. Terribile, veramente terribile. Io non ho molto a che fare con l'amore, ma me lo immagino come una cosa libera e leggera, che va e viene, senza l'obbligo di essere sempre lì, forse svolazza pure, senza quella pesantezza che lo terrebbe a terra, come la tristezza di
quei calabroni che da qualche parte han letto che sono troppo pesanti
per volare e si adeguano, e non volano più e stanno sui prati a invidiare le api. L'amore me lo immagino che svolazza in modo un po' goffo, come quelle mosche che sembrano ubriache, o come quelle farfalle che se le segui con lo sguardo pensi che siano veramente indecise su dove andare ad appoggiarsi, perché non fanno in tempo ad arrivare su una foglia o su un sasso che subito ripartono. Ma si sa che tante farfalle vivono poco, quindi magari non vogliono passare tutto il tempo nello stesso posto, è comprensibile da parte mia. Ma si diceva dell'amore, che per me svolazza libero e anche un po' sorridente. Invece quelli che conoscono l'amore più di me perché gli è entrato dentro quando si sono innamorati, lo inlucchettano e poi fanno catene di lucchetti, c'è molto amore incatenato sui ponti del mondo. Si blindano i cuori così l'amore non esce più. Lo mettono sottochiave così che rimanga per sempre.
How I've waited for you to come
I've been here all alone
Now that you've arrived
Please stay a while
And I promise I won't keep you long
I'll keep you forever
How I've waited for you to come
I've been here all alone
Now that you've arrived
Please stay a while
And I promise I won't keep you long
I'll keep you forever
domenica 1 gennaio 2017
Vol. X
Un altro anno riassunto in (poco, pochissimo meno di) 80 minuti.
- Aarktica - Happy anyway
- Marlene Kuntz - Ape regina
- Gathering - Mandylion
- Laibach - Mach dir nichts daraus
- Félperc - Going nowhere
- Rolling Stones - Paint it black
- George Baker Selection - Little green bag
- Dmitrij Šostakovič - Waltz no. 2
- Indignu - Capítulo I Onde as nuvens se cruzam
- Frank Sinatra - Where are you?
- Radiohead - Creep
- [kataplismik] - Regarde
- Tired Army - January
- Otis Redding - (Sitting on) the dock of the bay
- The Space Lady - Gosth riders in the sky
- Eduardo Gatti - Los momentos
- Trio Los Panchos - Quizás, quizás, quizás
- Joy Division - Love will tear us apart
Etichette:
dove andremo a finire,
è un mondo difìcile,
elenchi,
equilibrio precario,
felicité,
grandi viaggi,
in volo libero,
malinconia,
musica,
noia,
nord,
nulla,
tristessa
Iscriviti a:
Post (Atom)