Ieri sono andato ad assistere alla discussione della tesi per la laurea specialistica della mia socia, che si è conclusa con un 110 & lode. Ovviamente sono contento per lei, soprattutto per come ci è dovuta arrivare... credo che al posto suo avrei terminato la pazienza moooolto prima.
Tanto che ero lì pensavo alla mia discussione, a come era andata... male, tanto che l'ho messa in cima alla hit parade dei cinque giorni potenzialmente belli/gloriosi trasformati in fallimenti emotivi scritta poco tempo fa. Giornata da dimenticare, quella. E' molto carino avere brutti ricordi pensando al fatto che avrebbero potuto essere belli.
Per cominciare bene, c'era lo sciopero dei mezzi... quindi avevo attraversato mezza Milano a piedi. Era il 19 maggio e faceva caldissimo. I miei soci di università erano tutti impegnati altrove o avevano gli esami (quel giorno c'era sia quello di tedesco che quello di svedese). Mamma e papà non c'erano... non li ho voluti. Non perché ci tenessi a dar loro un dispiacere, ma perchè preferivo non avere ansia aggiuntiva alla mia. Che poi in realtà ho scoperto che non ero agitato/ansioso, ma comunque è una scelta che non rimpiango. Anche perchè dell'intero percorso universitario, la discussione della tesi è stata una delle cose meno importanti... si sapeva già che, comunque andasse, poi sarebbe finita.
Però ieri ho sentito due discussioni, e a prescindere da quel che ne posso capire io di psicologia, erano fatte bene. 12 minuti studiati nel dettaglio, chissà quante volte ripetuti... sapevano perfettamente cosa dire. Che erano obbligati ad arrivare alla conclusione, mica come la mia presentazione (?) che non partiva da nessun punto e non doveva per forza chiudersi in un determinato modo. Che tanto della commissione solo un paio sapevano di cosa stessi parlando, gli altri penso non ne avessero proprio idea, non foss'altro che uno dei due libri di riferimento neanche è stato pubblicato in italiano.
Alcuni professori non si esimono neppure in quel frangente a mettere in difficoltà gli studenti... la risposta molto diplomatica del candidato a un quesito è stata "questa è una domanda molto interessante". Sono sicuro che quell'interessante sia stato sinonimo di bastarda. E magari invece di domanda avrebbe voluto dire professore. Ma uno che parte da 109,45 di media ponderata può mai preoccuparsi per una domandina alla fine? Certo che no, infatti s'è preso il massimo con lode pure lui. Uno che invece parte da 97 (pura supposizione, eh) qualche preoccupazione in più può averla, a ragion veduta.
Tanto che ero lì pensavo alla mia discussione, a come era andata... male, tanto che l'ho messa in cima alla hit parade dei cinque giorni potenzialmente belli/gloriosi trasformati in fallimenti emotivi scritta poco tempo fa. Giornata da dimenticare, quella. E' molto carino avere brutti ricordi pensando al fatto che avrebbero potuto essere belli.
Per cominciare bene, c'era lo sciopero dei mezzi... quindi avevo attraversato mezza Milano a piedi. Era il 19 maggio e faceva caldissimo. I miei soci di università erano tutti impegnati altrove o avevano gli esami (quel giorno c'era sia quello di tedesco che quello di svedese). Mamma e papà non c'erano... non li ho voluti. Non perché ci tenessi a dar loro un dispiacere, ma perchè preferivo non avere ansia aggiuntiva alla mia. Che poi in realtà ho scoperto che non ero agitato/ansioso, ma comunque è una scelta che non rimpiango. Anche perchè dell'intero percorso universitario, la discussione della tesi è stata una delle cose meno importanti... si sapeva già che, comunque andasse, poi sarebbe finita.
Però ieri ho sentito due discussioni, e a prescindere da quel che ne posso capire io di psicologia, erano fatte bene. 12 minuti studiati nel dettaglio, chissà quante volte ripetuti... sapevano perfettamente cosa dire. Che erano obbligati ad arrivare alla conclusione, mica come la mia presentazione (?) che non partiva da nessun punto e non doveva per forza chiudersi in un determinato modo. Che tanto della commissione solo un paio sapevano di cosa stessi parlando, gli altri penso non ne avessero proprio idea, non foss'altro che uno dei due libri di riferimento neanche è stato pubblicato in italiano.
Alcuni professori non si esimono neppure in quel frangente a mettere in difficoltà gli studenti... la risposta molto diplomatica del candidato a un quesito è stata "questa è una domanda molto interessante". Sono sicuro che quell'interessante sia stato sinonimo di bastarda. E magari invece di domanda avrebbe voluto dire professore. Ma uno che parte da 109,45 di media ponderata può mai preoccuparsi per una domandina alla fine? Certo che no, infatti s'è preso il massimo con lode pure lui. Uno che invece parte da 97 (pura supposizione, eh) qualche preoccupazione in più può averla, a ragion veduta.
---Inizio intermezzo vegetale---
Il porro in latino si chiama Allium porrum, è imparentato con la cipolla e l'aglio.
Dunque è una pianta che fa parte delle alliacee, della famiglia delle liliacee.
E' un monocotiledone, proprio come l'orchidea e il tulipano.
Chi l'avrebbe mai detto!
###Fine intermezzo vegetale###
Il porro in latino si chiama Allium porrum, è imparentato con la cipolla e l'aglio.
Dunque è una pianta che fa parte delle alliacee, della famiglia delle liliacee.
E' un monocotiledone, proprio come l'orchidea e il tulipano.
Chi l'avrebbe mai detto!
###Fine intermezzo vegetale###
Stamattina era da uscire con la macchina fotografica. Non che ci fosse nulla di bello in cielo o in terra, ma meritava di essere immortalato il tabellone arrivi/partenze di Rogoredo. Non c'era un solo treno previsto in orario. Il ritardo minimo era di 20 minuti, tanti trenti soppressi. Non voglio neppure sapere cosa sia successo... a me è tuttavia andata bene così: ho preso il treno qualche minuto prima (era quello che sarebbe dovuto partire alle 7.10 e aveva un po' di ritardo) e ci ho risparmiato due euro e dieci: col treno già al binario e pronto a partire, non avevo tempo da dedicare all'obliteratrice. E credo che tanto il controllore non avesse molta voglia di passare a verificare...