giovedì 30 settembre 2010

Il parente che gli altri non san chi è

Un numero moderatamente alto di anni fa nel giardino dove abitavano i miei nonni materni c'erano moltissimi gatti, ma proprio tanti tanti, alcuni sani, altri un po' meno, altri ancora a volte passavano che avevano perso un pezzo tipo un'occhio o una zampa. Una volta dei gattini piccini piccini erano anche rimasti bloccati sotto un tombino (all'epoca i tombini di quel cortile erano a grate, non chiusi chiusi come adesso. E c'era l'asfalto, non le piastrelline a sedici lati che ci sono adesso). Comunque, oggi per la prima volta ho realizzato che anche il più longevo di quei gatti ormai sarà morto da molto tempo. Così mi sono intristito. Poi ho visto che c'erano due gatti dei nostri tempi che si stavano rotolando sotto il sole ma siccome stavo a un funerale non mi sono  sentito proprio felice del tutto. Però un pochino sì.

Lunedì ho iniziato a lavorare per tipo tre settimane. O forse due. Dipende quanto ci mette a riprendersi quello che sto sostituendo. Ma è una cosa divertente questo lavoro eh... cioè, no, non è divertente il lavoro quando lo faccio, è divertente che proprio io sia stato preso per farlo. Insomma: sono professore. Ma uno ci può credere a 'sta cosa?

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