Una volta -eravamo circa alla fine di agosto in un giorno in cui pioveva- m'era capitato di stare in un'aula dove c'era un professore che si chiamava Ivar e ci aveva posto una domanda interessante, sulle nostre aspettative per le vite future. Anzi, era più sui nostri desideri. Quella seduta accanto a me avrebbe voluto tanto essere un'ape, perché le piacevano molto i fiori. Anche a me piacciono molto i fiori, però le api non più di tanto. Mi sembrano troppo organizzate, non so se mi troverei a mio agio. Nascendo ape forse sì, ma non è quello che voglio dalla prossima vita. A dirla tutta, già allora avevo pensato che non ha senso voler essere api se ti piacciono i fiori, perché già che ci sei, puoi desiderare di essere un fiore. Fresco o secco. I fiori secchi sono comunque dei morti che teniamo in esposizione. Io ne ho dieci in una tazza di quelle che ti regalano come souvenir. Infatti quella tazza me l'avevano regalata come souvenir: ha svolto per benino il suo compito.
Io in un'altra vita volevo essere sasso. Ci sono dei buoni motivi per cui vale la pena essere sassi: ad esempio quando ti passa sopra uno scorpione non devi temere le sue punture. E poi puoi stare una vita tra le alghe, coperto dal calcare e baciato dai chitoni. Ma soprattutto se sparano a te va a finire che di rimbalzo muore un altro.
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