sabato 24 novembre 2007

Riassunto di viaggio in quattro punti

IL VIAGGIO D'ANDATACon notevole anticipo arrivo alla stazione Centrale di Milano. Così decido di salire sul treno quando ancora le luci sono spente, onde evitare di trovare il mio posto già occupato da Qualcuno. Non è sufficiente: mi ha anticipato. Arrivo nel mio scompartimento e Qualcuno c'è già. E' sempre così: a Qualcuno non la fai...
"Quel posto è mio". Una tipa seduta sul sedile accanto a quello da me prenotato si alza e si siede di fronte.
"No, quello vicino al finestrino!". La tipa di prima mi guarda male... come dire "non vedi che lì c'è un bambino che sta cercando di dormire? Vuoi che lo sposto per farti sedere? Dov'è la tua sensibilità?". Già, Qualcuno oggi è vestito da bambino. La guardo come dire "ecco, quel che proprio non volevo vedere era il mix postomiooccupato+secchiello. Che ovviamente inizierà a crepar le palle di tutti quanti e continuerà per tutto il viaggio. Levalo almeno dal mio sedile".
Appena sposta il bambino, quello si mette a strillare. E la tipa mi guarda ancora, come dire "contento adesso?". Replico con un'occhiataccia. Come dire "invece che guardarmi, pensa a far tacere l'essere di cui nessuno qui auspicava la presenza". Proprio in quel mentre, entra un signore che dice "scusa ma quel posto è il mio", rivolto alla solita tipa. Che si giustifica "ma come, sul mio biglietto c'è scritto posto numero 51". "Eh, peccato che questo sia il vagone 14 e sul tuo biglietto c'è scritto 13", dico io, solo con lo sguardo però.
Dopo un paio di occhiatacce come dire "adesso devo portare di là il bambino e spostare le valigie, potevate far finta di nulla e andare nell'altro vagone voi...", finalmente si leva dalle palle.
Tolto l'inconveniente, il viaggio di per sè non è stato malvagio. Ma i posti sono troppo stretti. Bisogna trovare un tacito accordo con il proprio dirimpettaio, tipo legambetueadestra, legambemieasinistra. Oppure tugambelarghe, iogambestrette.
Con un ritardo di venti minuti circa, comunque si arriva a Roma. Bella la stazione... però ci ho messo un bel po' per trovare i bagni. Che poi sono pure puliti, credo per il fatto che non li trovi quasi nessuno. C'è una che appena esci entra per disinfettare. E c'è un altro che non faccio in tempo a levarmi la maglietta che mi intima che non si può. Ora, ho fatto un viaggio di oltre 8 ore, devo andare a un colloquio. Sono davanti a un lavandino, ti ho pure dato 60 centesimi per usarlo. Mi permetti di lavarmi e di mettermi una camicia pulita?


IL COLLOQUIOL'orario di inizio era previsto per le 10.30, solo che, pur non trovando i bagni, alle 9 io ero già lì. Troppo presto, quindi me ne sono andato a Villa Borghese. Bel parco!
Al ritorno l'ora è quella giusta e quindi posso entrare. Siamo divisi in tavoli, al mio stiamo in sette più la selezionatrice. Dopo l'introduzione e la presentazione della scaletta dei lavori, iniziamo con le presentazioni e i blablabla iniziali. Ma subito ecco il colpo di scena! Bisogna fare un rapido riassunto di quel che ha detto qualcun altro al nostro tavolo! Caspita ci tengono a vedere se siamo attenti!
Segue la parte più infida: nozioni geografiche. Mi va bene che le domande sono semplici e riguardano Melegnano, Genova, Verona più una rapida presentazione di una città a scelta (che senza validi motivi sarà Bergen).
Pausa pranzo e poi ultimo workshop: problem solving. A me capita una domandina un po' bastarda: "due studenti si lamentano che la loro stanza è troppo piccola e scomoda. Che fai?". Eh, chiedo se si può cambiare. In alternativa mi rifaccio alle capacità pubblicitarie dei venditori di case, per cui un appartamento che va in pezzi diventa "un rustico" e una topaia invece diventa "una casetta intima".
Discorsetto finale e termine del colloquio. Devo dire che le sei persone che erano con me mi sono sembrate molto preparate e valide... infatti quella che ho sentito il giorno dopo via e-mail è stata scartata. 


IN GIRO PER ROMAFinito il colloquio verso le 15, mi rimane quel buchino-ino-ino per tirare le 23. Abbastanza per fare un bel giro per la Capitale. Da solo, perchè tutti gli altri candidati sono magicamente scomparsi... io sono l'unico che deve stare öre e öre ad aspettare. Prima cosa torno a Villa Borghese, che mi manca da vedere il laghetto col tempietto, le ochette e le barchette. Molto bello.
Poi vedo Piazza del Popolo, Piazza di Spagna, Trinità di qualcosa (Monti?), Fontana di Trevi, Altare della Patria, Fori, Terme, torno indietro per fare il lungotevere, San Pietro, Castel Sant'Angelo e ritorno ai Fori, con chiusura al Colosseo. Arrivo in stazione che sono le 20.30, troooppo presto, quindi decido di andare a mangiare qualcosa di tipicamente romano: trofie al pesto.


IL VIAGGIO DI RITORNO
Appena salgo sul treno, mi aspetto già la scena con Qualcuno... infatti arrivo allo scompartimento giusto e mi tocca ripetere "Quel posto è mio". Qualcuno stavolta ha le sembianze di un centrafricano, che si leva subito, anche lui ha sbagliato vagone... che dico, non è difficile il sistema: sul biglietto hai stampati due numeri, uno è il vagone e l'altro è il tuo posto a sedere. Se ce la faccio io a capirlo, può capirlo chiunque.
Per il resto, ho dormito come un sassolino, non so se sia successo nulla degno di nota. Appena scendo in Centrale incontro alcune persone che mi chiedono soldi.

Ragazzo -Hai qualche moneta da darmi che ho fame?
Io -Posso darti solo 10 centesimi... gli altri mi servono per il biglietto.

Ragazza -Hai qualche moneta da darmi?
Io -Avrei potuto darti 10 centesimi... ma li ho già dati a un altro.
Ragazza -Sicuramente era un drogato o un barbone!

Barbone -Scusa, hai qualche moneta da darmi? Vedo che sei vestito elegante...
Io -Elegante... io?
Barbone -Beh, se te lo dico io che sono un barbone...




Ah, dimenticavo di scrivere la cosa principale: la selezione l'ho passata.

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